(CINE MUDO) Cuando a mediados de los ochenta Zhang Yimou vio Sangre fácil, quedó fascinado ante la ópera prima de los hermanos Coen. El problema fue que la vio en un festival de cine, y el autor de El Camino a Casa no sabía nada de inglés. Lo suyo era el chino. Vio una película que le fascinó y, aún sin entenderla, supo sacarle todo el meollo, supo entender lo que las imágenes le contaban. Tanto marcó Sangre Fácil a Zhang que, más de veinte años después, decidió escribir y dirigir aquello que creyó entender. Y no sé si la cosa fue muy fiel (porque todavía no la he visto), pero algo me dice que no la captó bien: la versión asiática de Sangre fácil se tituló Una mujer, una pistola y una tienda de fideos chinos. Lo importante es lo que una película nos diga. Lo importante es dónde una película nos lleve. Pues bien, sabiendo que parlo italiano di le montagne, hace unos días decidí ver La grande belleza. Y decidí verla en Italiano con subtítulos en italiano —no tenía otro remedio—. Si de aquí veinte años decido rodar mi propia versión, se llamará: La gran belleza.
(CiNEMA MUTO) Quando a metà degli anni ottanta Zhang Yimou vide «Sangue facile”, rimase affascinato davanti all’opera prima dei fratelli Coen. Il problema fu che la vide in un festival di cinema, e l’autore di “Il cammino a casa” non sapeva lnglese. Lui, era più per la lingua cinese. Vide il film che lo affascinò e, anche senza capirlo, fu capace di estrarne tutto il succo, sapendo capire che le immagini contavano. Tanto lo segnò «Sangue facile» che, più di venti anni dopo, decise di scrivere e dirigere quello che pensava di aver capito. E non so se la cosa fu molto fedele (perché tuttavia non l’ho vista), però qualcosa mi dice che non la capì del tutto bene: la versione asiatica di «Sangue facile» si intitolò «Una donna, una pistola e un negozio di spaghetti cinesi». La cosa più importante è quello che un film ci trasmette. Quindi…, sapendo che parlo un italiano delle montagne, qualche giorno fa, ho deciso di vedere “La grande bellezza”. E ho deciso di vederla in italiano con sottotitoli in italiano, non avendo altre opzioni. Se fra venti anni deciderò di girare la mia propria versione, si chiamerà: “La gran belleza”.
Habla de un hombre que no quiere ser un mundano más, sino el más grande de los mundanos. Habla de un hombre que escribió un libro en su juventud y que ahora escribe para una publicación. Ya no sabe de qué podría ir su nueva novela. Habla de un hombre que fuma, bebe y va de fiesta en fiesta. Habla de una existencia crepuscular y de no perder el tiempo. Hablan bastante. Pero yo no los pillé del todo. Aunque alguna frase sí se me quedó: “los verdaderos habitantes de Roma son los turistas”. No entendí muy bien los diálogos. Entendí lo que vi.
Parla di un uomo che non vuole essere un mondano qualsiasi, se non che il più grande dei mondani. Parla di un uomo che scrisse un libro in gioventù e che adesso scrive per una rivista. Già non sa di cosa possa parlare un suo nuovo romanzo. Parla di un uomo che fuma, beve e va di festa in festa. Parla di una esistenza crepuscolare e di non perdere tempo. Parla abbastanza. Anche se io non l’ho capito del tutto. Anche qualche frase si, mi è rimasta: I veri abitanti di Roma sono i turisti. Non ho capito bene i dialoghi. Ho inteso quello che ho visto.
Vi fiestas rodadas de manera magistral. Vi poesía junto al Tiber. Vi una jirafa en unas ruinas (y en Roma todos sabemos que jirafas hay para aburrir, pero ruinas hay pocas). Vi un Coliseo desde la ventana. Vi monjas y curas por todos lados. Vi monjas y curas en restaurantes de lujo. Vi una monja que debía tener unos trescientos años. Vi cientos de cigüeñas en la terraza del protagonista. Vi burdeles acogedores. Vi excesos. Vi a un genial Toni Servillo. Vi performances excesivas. Vi decadencia. Vi la gran belleza.
Ho visto feste girate magistralmente. Ho visto poesia a lato del Tevere. Ho visto una giraffa nelle rovine (e a Roma tutti sappiamo che di giraffe ce ne sono molte, però di rovine, poche). Ho visto un Colosseo dalla finestra. Ho visto suore e preti da tutte le parti. Ho visto suore e preti in ristoranti di lusso. Ho visto una suora che aveva qualcosa come… Trecento anni. Ho visto centinaia di cicogne nella terrazza del protagonista. Ho visto bordelli accoglienti. Ho visto eccessi. Ho visto un geniale toni servillo. Ho visto performance eccessive. Ho visto decadenza. Ho visto la gran bellezza.
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